10 settembre 2017

Primo giorno di scuola

A qualunque età, il primo giorno di scuola regala sempre qualche emozione. 
Immaginate che cosa possa significare per una ragazza timida alle prese con un nuovo anno scolastico in una nuova città: affrontare l'ignoto, incontrare compagni sconosciuti (e già amici tra loro), ricominciare tutto daccapo.
A Paola, la giovane protagonista di Tempo di cose nuove, trema il cuore. Eppure, una nuova amicizia è proprio dietro l'angolo...



Salirono la scalinata del liceo, confluendo nella fiumana degli studenti che si affrettavano verso il portone. Paola camminava tallonando l’amica, con il cuore che batteva forte e la piccola “morsa” che ogni tanto cercava di azzannarle la gola.

- Eccoti arrivata - disse Chiara indicandole la porta della sua aula.

- Grazie per la tua compagnia.

- Grazie a te, e… in bocca al lupo!

Paola si soffermò per qualche istante sulla soglia: l’aula era già piena oltre la metà, e i ragazzi radunati in piccoli assembramenti chiacchieravano fitto tra loro.  Non ci voleva molto a capire che la classe era divisa in gruppetti che condividevano da anni consolidate amicizie, piccole rivalità, complesse dinamiche interpersonali.

«E adesso che cosa faccio? A chi mi rivolgo? Dove mi siedo?»

Se fosse stata più socievole, avrebbe esordito con un sonoro «Ciao a tutti!» diretto all’intera classe; ma Paola non avrebbe mai avuto il coraggio di fare un ingresso così esplicito, ritrovandosi poi addosso quindici paia di occhi potenzialmente ostili.  Optò dunque per una soluzione “low profile” (come avrebbe detto papà): individuò in seconda fila due banchi vuoti, e andò a sedersi in uno di essi.

«Prima o poi qualcuno sarà costretto a venire vicino a me; a meno che i banchi siano più numerosi degli studenti, nel qual caso quello accanto al mio rimarrà vuoto…»

Attese qualche minuto; di tanto in tanto entrava uno studente, e andava a raggiungere la zona a lui più congeniale.

Mancavano pochi minuti al suono della campanella quando si fermò sulla soglia una ragazza rotondetta, con i capelli crespi raccolti in una spessa treccia che penzolava dietro la schiena. Portava spessi occhiali da miope, e indossava un’improbabile casacca verde scuro.  Era alta circa quanto Paola, ma larga almeno il doppio.  Si guardò intorno per qualche istante, poi notò in seconda fila la ragazza sconosciuta.  E si avviò verso di lei.

- È libero questo banco?

- Certo! - rispose Paola con un tuffo al cuore.

La ragazza sorrise.  Aveva i canini un po’ storti e portava l’apparecchio, ma a Paola quello sembrò il sorriso più bello dell’universo.

[Laura Blandino - Tempo di cose nuove - Piccola Casa Editrice]

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